Sono in genere molto pratici, aiutano a risparmiare spazio e durano molto di più negli anni di quanto non facciano per esempio i classici stendini a cavalletto: è per questo che gli stendibiancheria da parete sono venduti e installati oggi con molta più frequenza che in passato e che si sono moltiplicate, soprattutto, le aziende che ne hanno in catalogo almeno un modello. Come essere sicuri, però, di stare acquistando lo stendino a muro che fa più al caso proprio? E quali fattori prendere in considerazione? Scopriamolo con questa guida essenziale.
Stendibiancheria da parete: com’è fatto e dove montarlo
A partire da una descrizione più dettagliata di che tipo di oggetto è, in che materiali è fatto, come e dove si monta uno stendibiancheria da parete. Come suggerisce lo stesso nome è un oggetto pensato appositamente per stendere i panni ma che non è provvisto, come invece altri oggetti (gli stendini a cavalletto di cui già si diceva, gli stendibiancheria a torre, eccetera) di un apposito supporto e non è, cioè, autoportante ma va attaccato al muro.
Dove attaccare lo stendibiancheria da parete, così, è la prima domanda che ci si dovrebbe fare e a cui sembra essenziale riuscire a trovare risposta. Si pongono, proprio a proposito, almeno due ordini di problemi: quale stanza, quale spazio della casa sono più adatti per l’installazione di uno stendino a muro e quale parete può effettivamente reggerne il peso — tenendo conto, tra l’altro, che a quello della semplice struttura va aggiunto il peso del bucato. Nel primo caso non si può non fare una serie di considerazioni di ordine pratico: se si ha una stanza dedicata alla lavanderia e abbastanza spaziosa l’ideale potrebbe essere installare lì lo stendino a parete, in modo da non dover attraversare tutta la casa per poter stendere il bucato; una buona alternativa, soprattutto negli appartamenti e dove gli spazi sono più essenziali, è montare questo tipo di stendino sopra alla doccia o alla vasca da bagno, risolvendo così tra l’altro uno dei problemi più fastidiosi rispetto all’uso in interno di uno stendibiancheria da parete e, cioè, dove far gocciolare i panni; ancora si può montare uno stendipanni a parte in veranda o su una terrazza chiusa. Quanto a che tipo di parete “regge” effettivamente il peso di stendipanni e biancheria è una valutazione che, a meno di non avere qualche conoscenza in materia, si dovrebbe fare assieme a un esperto.
Una nota a margine riguardo all’installazione di uno stendibiancheria a parete infatti è che, sebbene venga venduto a pacchetto con viti, tasselli e tutto l’essenziale per montarlo, farlo da soli non è certo l’idea migliore se non si ha almeno un po’ di manualità con attrezzi da lavoro e co. Nessuno vorrebbe ritrovarsi, del resto, con buchi inutili sulle pareti o, peggio ancora, con pezzi di intonaco che non reggono al peso di quello che si è montato.
Stendipanni a muro: cosa li rende pratici
Quando si parla di praticità di uno stendibiancheria a parete, insomma, ci si riferisce di certo più ad altro che non a quanto facile sia da montare. Un oggetto come questo è, innanzitutto, in genere più capiente delle altre alternative più commerciali e riesce a contenere tutto il carico di una lavatrice e, in qualche caso, anche di più lavatrici contemporaneamente. Molti degli stendibiancheria a parete sono poi telescopici e, cioè, hanno sistemi che permettono di aumentare o diminuire al bisogno lo spazio a disposizione, aspetto che rende questo tipo di oggetti piuttosto pratici per una famiglia, se numerose persone condividono gli stessi spazi per fare il bucato o durante l’inverno quando temperature basse e umidità fanno sì che il tempo necessario per asciugare i panni si moltiplichi. Tra le ragioni che rendono quelli a parete tra gli stendini più pratici c’è, comunque, anche il fatto che si tratta nella maggior parte dei casi di stendini a scomparsa e che, al contrario di altri modelli, non occupano molto spazio da chiusi e, anche da aperti, occupano spazi della casa che in realtà resterebbero altrimenti per lo più inutilizzati.
Il diretto corollario di quanto si è detto fin qua è che è indispensabile prestare molta attenzione alle dimensioni dello stendino a muro quando se ne intende acquistare uno. Leggere attentamente la scheda prodotto significa accertarsi che, sia da chiuso sia da aperto, questo abbia larghezza e profondità tali da adattarsi bene agli spazi che si hanno a disposizione: non è detto, infatti, che si opti per uno stendibiancheria a parete solo quando si hanno ampie terrazze o verande a disposizione; in molti casi è l’unica alternativa praticabile (o quasi) nei monolocali o negli appartamenti più piccoli dove si ha bisogno invece di sfruttare il più possibile ogni singolo spazio, con oggetti delle giuste dimensioni va da sé. Allo stesso modo, non sempre chi opta per uno stendipanni a parete ha bisogno di molto spazio per stendere: in qualche caso, specie se vive da solo, sceglie questo oggetto perché meno ingombrante di altri e sufficiente per la quantità di bucato che fa.
Materiali e struttura: come scegliere lo stendibiancheria da parete a seconda di dove lo si utilizzerà
Una parentesi fondamentale riguarda, poi, i materiali in cui sono fatti gli stendibiancheria a parete. Non serve sottolineare come sul mercato se ne trovino ormai di diverso tipo: in materiali metallici, in plastica, di legno, eccetera. La discriminante fondamentale è dove deve essere montato lo stendipanni in questione. Gli stendini a parete da esterno, infatti, è necessario che siano realizzati in materiali resistenti e che sappiano ben sopportare soprattutto pioggia e umidità — senza arrugginire, per esempio, cosa che potrebbe causare macchie difficili da rimuovere sui panni — ma anche il sole forte e diretto di certe estati. Anche se non sono esposti agli agenti atmosferici, anche gli stendibiancheria a parete montati in bagno devono essere di materiali abbastanza resistenti per evitare che l’umidità li rovini e li renda praticamente impossibili da utilizzare.
Non si è fatto abbastanza cenno alla struttura di uno stendibiancheria a parete, infine, ma anche questa contribuisce alla praticità, alla sfruttabilità e alla capacità di adattarsi a più ambienti diversi di oggetti come questi.
Senza la pretesa di essere esaustivi, ne esistono di “a molla”, “a ombrello”, “a fisarmonica”, eccetera. Quello che cambia è, semplificando molto, come la struttura dello stendipanni è “ripiegata” su se stessa.
Decisamente più importante è che il meccanismo — che funzioni attraverso leve, manopole, elastici, eccetera — sia semplice da azionare e non richieda eccessivi sforzi.